Drena: il castello ritrovato Medioevo trentino

Archeologia Viva n. 60 – novembre/dicembre 1996
pp. 26-37

di Enrico Cavada e Flavio Pontalti

A Drena poco a nord del Garda un castello abbandonato stava per crollare su se stesso e sulla propria avvincente storia
Per fortuna prima che fosse troppo tardi si è provveduto al recupero monumentale e al restauro
Il maniero è stato così restituito alla pubblica fruizione con nuovi interessanti dati archeologici

Castello. La parola evoca fiabe infantili, porta fra rovine romantiche assiepate di verde sul colmo dei colli. Nell’immaginario collettivo il castello assurge a simbolo di oppressione o di piacere del vivere, cui oggi difficilmente possiamo accostarci senza emozioni, alla vista di merli, archi, fossati, mura e torri.

Un castello si radica nel territorio dove sorge, ma da esso comunque si isola e si distingue. Sagoma e caratterizza il villaggio o la città ove nasce e ne rappresenta il culmine; nato a difesa della popolazione, spesso si è trasformato in fortificazione agguerrita contro le umili case del popolo suddito. Di volta in volta ha ospitato soldati, giudici ed esattori invisi, ma anche magnifici cortigiani, poeti, musici e pittori; nelle proprie segrete ha nascosto orrori, ma si è ammantato anche delle delizie del vivere cortese.
È poi decaduto, travolto dal tracollo di una società giunta al capolinea. Allora, quando non è sopravvissuto quale aristocratica residenza appartata, esso è stato abbandonato e depredato, rovinando al suolo. Oggi il protagonista dimenticato ritorna sulla scena.

È quanto è successo a Castel Drena nel Trentino sudoccidentale, poco a nord del lago di Garda. Archeologi e restauratori si sono avvicendati sulla sommità abbandonata di una collina rocciosa per studiare i ruderi che la segnavano, per riconoscere le varie costruzioni e le fasi cronologiche, prima di recuperarli. I risultati parlano da soli.

All’imbocco della valle di Cavedine, che si affaccia sulla suggestiva distesa pietrosa di un’immensa frana glaciale (le Marocche di Dro), si erge un colle calcareo (465 m), profondamente inciso sui lati da erosioni fluviali, del rio Salagone in particolare, che oggi scorre profondo verso il fiume Sarca. La sommità è occupata da un complesso fortificato; una cinta muraria vagamente triangolare, con vertice a nordest, chiude, entro una superficie di 4200 mq, alcune costruzioni e una torre merlata in pietra bugnata che, con i suoi 27 m di altezza, accentua la verticalità del promontorio roccioso. […]