Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 59 – settembre/ottobre 1996

di Piero Pruneti

È trascorso un anno dalla Dichiarazione di Segesta. L’importante documento, redatto da una qualificata rappresentanza di archeologi ed esperti di teatro, prende nome dalla località archeologica della Sicilia dove è stato ufficialmente proclamato (vedi AV n. 56); in esso si afferma la necessità di sottrarre all’oblìo gli antichi luoghi di teatro (il modo più sicuro per tramandare un monumento è conservarne la funzione) e il diritto dei medesimi a essere utilizzati nel pieno rispetto delle loro potenzialità strutturali e della vocazione originaria.

La Dichiarazione di Segesta non è un provvedimento di legge; comprende solo affermazioni di principio e indicazioni comportamentali (sostenute dal Consiglio d’Europa) per tutti coloro che hanno la responsabilità o richiedono l’uso a scopo di spettacolo dei luoghi archeologici.

Neanche a farlo apposta, la Dichiarazione è stata “collaudata” nella stessa Segesta. È successo che Rosalia Camerata Scovazzo, soprintendente per i Beni culturali di Trapani, ha negato i grandiosi monumenti greci a un concerto di Ray Charles e Renzo Arbore, che hanno dovuto accontentarsi dello stadio comunale di Castelvetrano. La simpatia e la bravura dei due grandi interpreti della musica popolare è fuori discussione, ma bene ha fatto la Camerata a chiudere le porte a una manifestazione indubbiamente pesante (migliaia di persone e una strumentazione che si può solo immaginare per uno spettacolo di queste dimensioni) in un complesso architettonico nato per declamare a viva voce e alla luce delle fiaccole. Le pressioni di cui la stessa Camerata Scovazzo è stata oggetto la dicono lunga sulla necessità di conservare l’autonomia delle soprintendenze dal potere politico: il Sindaco ha invocato le dimissioni del funzionario rompiscatole, ricevendo per giunta – vorremmo sinceramente essere smentiti in proposito – la solidarietà del Ministro per i Beni culturali e del Presidente della Camera. Ai quali, tutti, inviamo una copia della Dichiarazione per conoscenza.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”