Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 58 – luglio/agosto 1996

di Piero Pruneti

Con l’articolo “Valcamonica: scandalo al sole”, pubblicato sul numero di marzo/aprile, «Archeologia Viva» si è fatta carico di una denuncia che forse, per i modi forti in cui è stata condotta, ha sorpreso i lettori. Si tratta della Valcamonica, dove i Massi di Cemmo sono stati oggetto di un’aggressione incomprensibile per un paese civile. L’intervento di «Archeologia Viva» non pretendeva di fermare i lavori – già in fase avanzata di realizzazione – della galleria e della strada che ora sfiorano i millenari massi incisi. Volevamo solo che questa ennesima brutta faccenda di un’Italia che desideriamo diversa, più rispettosa di sé stessa (e più legale!), non scomparisse nel silenzio. La cruda realtà è che il prezioso residuo di una valle glaciale, con i suoi monumenti di arte preistorica inseriti nella lista Unesco del patrimonio mondiale, in un terreno in parte vincolato da un divieto assoluto di costruzione, è ora attraversato da un nastro di asfalto: un avvenimento che preoccupa seriamente se si pensa che la strada dei Massi di Cemmo è stata realizzata con il consenso di chi doveva tutelare, in una situazione ambientale dove ciò che è rimasto è un bene ormai raro.

Nell’articolo citato chiedevamo spiegazioni ai responsabili della vicenda, tutti chiamati in causa con nome e cognome. Non ha risposto nessuno! Alla troupe televisiva della trasmissione “VideoZorro” che voleva girare delle riprese sui Massi di Cemmo, la Soprintendenza archeologica della Lombardia ha semplicemente fatto presenti le tariffe previste dalla legge Ronchey sui diritti d’immagine (questa volta la legge è stata fatta valere anche troppo!): veniva fuori una somma di svariati milioni e il servizio è sfumato, in barba ai diritti di cronaca e d’informazione. Ora Wwf e Italia Nostra hanno presentato un esposto alla Magistratura (si veda a p. 82). Dopo i danni irreparabili al patrimonio, ancora una volta dobbiamo sperare nell’azione di qualche giudice, almeno per riparare i guasti arrecati al diritto e al comune sentimento della civiltà.

Piero Pruneti 

direttore di “Archeologia Viva”