Antichi Sardi purificati Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 57 – maggio/giugno 1996
pp. 78-83

di Maria Ausilia Fadda

A Villagrande in Sardegna nella provincia di Nuoro è stato riportato in luce un raro tempio
del tipo “a megaron” dove le popolazioni nuragiche eseguivano suggestivi riti di purificazione

Nel quadro dell’archi­tettura religiosa della Sardegna preistorica, i templi “a megaron”, hanno costituito una tipologia poco conosciuta fino agli anni Ottanta. 
Questi tempietti, il cui nome rimanda ad analogie planimetriche di edifici preellenici di forma rettangolare, presentano in generale delle ante sul fronte e sul retro, da cui la definizione di tempietti “in antis” o “doppiamente in antis”, cioè con i muri laterali della cella pro­lungati, appunto, sul fronte o anche sul retro.

Dopo il ritrovamento, nel 1936, da parte del famoso archeologo Doro Levi, di due edifici cultuali “a megaron”, inglobati nel villaggio nuragico di Serra Orrios di Dorgali (Nu), e l’esplorazione del tempietto di Malchittu di Arzachena (Ss), curata da Maria Luisa Cerutti nel 1962, non sono emersi nuovi elementi che consentissero, in passato, un preciso inquadramento cronologico e, soprattutto, la ricostruzione del culto con eventuali differenziazioni rispetto a quelli ampiamente documentati nei più noti templi “a pozzo”, presenti in tutto il territorio della Sardegna.

Un importante tempio “a megaron”, scoperto a Domus de Orgia di Esterzili (Nu), ancora non è stato oggetto di scavi archeologici sistematici e lo stesso archeologo che lo sta studiando, il professor Ercole Contu, dell’Università di Sassari, finora si è limitato a considerazioni di carattere architettonico.

Di fondamentale importanza si presenta, quindi, la sistematica ricognizione del territorio dell’Ogliastra e della Barbagia, condotta dalla Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro a partire dal 1981, che ha portato alla scoperta e allo scavo di diversi templi “a megaron”. […]