Alessandro Magno: il mito e la storia Greci e Macedoni

Archeologia Viva n. 55 – gennaio/febbraio 1996
pp. 26-35

di Autori Vari; a cura di Piero Pruneti

L’opera di una delle più grandi menti politiche e militari che l’umanità ha avuto fino a oggi è oggetto di una mostra a Roma che ne distingue gli aspetti sostenuti da un’effettiva documentazione storico-archeologica e quelli indotti dalla smisurata fama del personaggio

Che Alessandro III, il Grande, nato nel 356 a.C. da Filippo II re dei Macedoni e da Olimpia, figlia di Neoptòlemos I re dei Molossi, abbia da principio seguito l’esempio paterno tanto nell’esercizio del comando quanto nell’azione politica, è un dato evidente; è però altrettanto chiaro che Alessandro è stato animato da un entusiasmo e da una visione politica ben più ampia e penetrante, del tutto nuova per ispirazione, intelligenza e prospettive.L’orizzonte politico i Filippo era quello di un monarca macedone volto a ingrandire quello il suo potere in patria e a estendere il suo dominio diretto o indiretto nell’area in cui più immediatamente operavano i maggiori stati greci: ma Alessandro superò in tutti i sensi i termini tradizionali della vicenda storica dei Greci e, volutamente o meno, dischiuse nuovi orizzonti all’esperienza civile dei suoi contemporanei greci e “barbari”.

L’indagine storica, ovviamente, può considerare Alessandro Magno soltanto come un uomo di guerra e un uomo di governo, respingendo la suggestione dei miti che sull’immagine tradita di lui hanno accumulato storiografi e letterati antichi e anche esegeti moderni.
È compito dello storico, pertanto, cercar di restituire i lineamenti di un sovrano macedone, erede di una monarchia fondata sull’esercizio delle armi, dedita per ciò stesso ad azioni di conquista e necessariamente in perenne attrito con le forze medesime che erano il suo maggior sostegno, rappresentate dagli esponenti dei gruppi gentilizi di guerrieri e proprietari fondiari, tendenti naturalmente ad aumentare il loro potere; di un sovrano, però, di forte temperamento, di vivo ingegno e raffinata cultura, dotato di singolare intuito politico e strategico e insieme di prepotente inclinazione dispotica. […]