Fra le sabbie di Midian e Dedan Il passato in Arabia Saudita

Archeologia Viva n. 55 – gennaio/febbraio 1996
pp. 18-25

di Sabina Antonini

Nei punti strategici della carovaniera dell’incenso che attraversava da sud a nord la penisola araba si conservano siti archeologici altamente suggestivi oltre che di fondamentale interesse storico

Ancora oggi, alle soglie del Duemila e con i mezzi di comunicazione di cui disponiamo, esistono a poche ore di aereo dall’Italia siti archeologici quasi sconosciuti, anche se di estremo interesse. Ad esempio in Arabia Saudita, dove si trovano intatte testimonianze fondamentali per la comprensione della storia e della cultura della Penisola araba e dei suoi rapporti con il Vicino Oriente antico. Siti come Madain Salih, la “città dei morti”, gemella di Petra, o come Dedan e Tayma, sono alcuni gioielli che si nascondono nella regione nordoccidentale del regno dell’Arabia Saudita (l’antica regione di Midian e Dedan).
Questi importanti centri, sorti in punti strategici, hanno controllato ciascuno in epoche diverse il commercio dell’antica via carovaniera dell’incenso, che dall’Arabia meridionale raggiungeva la costa mediterranea.

La città del profeta Salih, appunto Madain Salih, si trova nel Hijaz, circa 300 chilometri a nordovest di Medina. Chiamata anticamente Hegra, e nel Corano Al-Hijr, fu l’ultima e la più meridionale delle città costruite dai Nabatei. Originariamente nomadi, i Nabatei si erano stanziati intorno al IV sec. a.C. nel paese che fu prima degli Edomiti, ossia nella Transgiordania meridionale. Divenuti sedentari, essi posero la loro capitale a Petra e prosperarono per vari secoli grazie al commercio di incenso, mirra e spezie provenienti dall’Arabia Felix (l’attuale Yemen) e diretti al mercato mediterraneo. Hegra raggiunse il massimo splendore intorno al I sec. d.C., quando diventò, secondo le testimonianze degli storici e geografi classici, uno dei più importanti emporia della carovaniera.

La città fu probabilmente abbandonata nel I sec. d.C., come sembra dimostrare una delle più tarde iscrizioni incise sulle sue tombe rupestri (76 d.C.).
Di questi abitanti non rimangono che le tombe, la cui grandiosità e, soprattutto, la maestria di esecuzione colpirono l’immaginazione anche di Maometto, che sostò nella valle durante la sua campagna (632 d.C.) contro Tabuk, città dell’Arabia settentrionale. Gli abitanti di Thamud – come vengono chiamati i Nabatei nel Corano -, provenienti dal sud, occuparono la valle di Hegra e scavarono le loro case nelle montagne per stare sicuri (Sura di Al-Hijr, XV, 82). […]