Una frontiera artificiale Ai confini dell'Impero

Archeologia Viva n. 53 – settembre/ottobre 1995
pp. 82-83

di Sergio Rinaldi Tufi

Il viaggio lungo il limes prosegue nella Germania superiore dove la linea di confine richiese un maggiore sforzo di progettazione

Il limes germanico era costituito in parte del Reno, in parte costruito artificialmente: è questo il caso della Germania superior, o meglio della linea difensiva che includeva gli Agri decumates (probabilmente così chiamati perché tenuti, prima ancora dell’inglobamento nell’impero, alla tassa di un decimo dei prodotti), territorio annesso a Roma a opera degli imperatori Flavii.
Di che si tratta? Vediamolo meglio, anche perché, al di là dei casi, peraltro interessantissimi, dei castra che si trasformano in città sulle rive del Reno – come Colonia Agrippina, l’attuale Colonia, e Mogontiacum, l’attuale Magonza, (vedi AV n. 47): quest’ultimo centro deve proprio all’inserimento degli Agri nell’impero, e al conseguente spostamento del confine, l’accelerarsi della sua “smilitarizzazione” –, finora non abbiamo analizzato il limes germanico nel suo tratto forse più rilevante dal punto di vista dell’ingegneria strategica: quello che traccia, appunto, questa nuova frontiera.

Le operazioni degli imperatori flavii prendono le mosse da due crisi: quella del 69 e 70 d.C., con la rivolta dei Batavi e dei Bructerii, che fu risolta da Vespasiano (69-79) con l’invio di due valenti generali quali Antonio Gallo nella Germania Superior e Petillio Ceriale dell’Inferior; e quella dell’83, con la guerra condotta da Domiziano (81-96) contro i Chatti.
L’inserimento degli Agri comportava per l’impero l’acquisizione di una vasta area situata a est del Reno, a sud del Meno, a nord del Danubio, raccordata a sudest con il limes della Rezia (di cui parleremo nella prossima puntata). […]