Taranto e il suo convegno Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 52 – luglio/agosto 1995
pp. 82-87

a cura di Piero Pruneti e Maria Teresa Moccia di Fraia

Ogni anno il Convegno di studi sulla Magna Grecia è un momento atteso nella vita culturale del capoluogo pugliese
Nel trentaquattresimo incontro si è trattato di Corinto e l’Occidente

Ponte di collegamento fra civiltà e popoli diversi, via obbligata di traffici commerciali e contatti etnici, vera protagonista nella vita economica e culturale del Mediterraneo nel I millennio a.C. e soprattutto in ambito arcaico (VII-V sec. a.C.), Corinto esercitò per secoli un ruolo fondamentale di tramite fra le metropoli elleniche e le colonie della Magna Grecia. La sua eccezionale posizione geografica a guardia dell’istmo che da essa prese il nome, le conferiva, grazie ai due porti, una grande vitalità commerciale, costituendo il passaggio obbligato per le merci provenienti dall’Asia Minore e smistate sui mercati occidentali.

La stessa monetazione di Corinto, con il tipo caratteristico del Pegaso, influenzò in modo determinante le zecche magnogreche, al punti che verso a fine del VI sec. a.C. si diffuse l’uso di riconiare le monete corinzie d’argento. Questa fitta rete di scambi influenzò, ovviamente, anche i rapporti diplomatici, religiosi, gli aspetti della vita quotidiana e artistica, come la scultura, l’architettura e la produzione delle terrecotte: la ceramica corinzia, molto apprezzata e diffusa, attraverso la fitta rete degli scambi marittimi, è documentata abbondantemente in tutta l’area magnogreca. I vasetti contenitori di profumi e unguenti (gli ariballoi) erano quasi esclusivamente “made in Corinto”. […]