Angelika: il veliero ritrovato Fra cronaca e storia

Archeologia Viva n. 52 – luglio/agosto 1995
pp. 64-67

di Domenico Macaluso

A Ribera sulla costa agrigentina sono stati ritrovati i resti di un veliero naufragato agli inizi del secolo… e nell’isola greca da dove era partito si sono vestiti di nero per ricordare i dispersi

A Ribera, presso Agrigento, tutti gli anziani esperti del mare erano a conoscenza di due grandi ancore giacenti presso lo scoglio chiamato Pietra del Signore. Una presenza inquietante proprio nel punto dove nel 1842 Tommaso Crispi, padre dello statista riberese Francesco, avrebbe voluto un porto (progettato e mai realizzato): perché fossero lì non se lo era mai chiesto nessuno. Me lo chiesi io, da ragazzo, ormai vent’anni fa, incuriosito, oltre che dalle stupende ancore, dai molti pezzi di materiale edilizio sparsi sul fondale: mattoni, tegole marsigliesi e una cinquantina di grossi blocchi di pietra da un metro cubo disposti ordinatamente, quasi ancora stivati. Infine, nel 1992, iniziai una vera ricerca, in archivio e sul fondale. Dopo una violenta mareggiata era infatti emerso dalla sabbia del fasciame già attaccato dalle teredini, coperto da un rivestimento di rame con chiodatura sempre in rame e grossi chiodi i ottone. Si trattava evidentemente del relitto di un vascello, di notevoli dimensioni a giudicare della ancore.

Avevo intanto ascoltato la testimonianza di un vecchio conoscitore della costa: suo padre, da piccolo, aveva visto infrangersi un bastimento proprio sul basso fondale di quella zona. Un rapido calcolo indicava nei primi dieci anni del secolo il momento del naufragio, vi saranno stati dei morti, dunque potevamo cercarne gli atti presso il Comune di Ribera, a cui appartiene la spiaggia di Seccagrande. Esaminammo i documenti a partire dal 1900 ed ecco apparire nel 1906 gli atti di morte di tre marinai greci, parte dell’equipaggio del veliero “Angelika” naufragato presso Seccagrande la notte fra il 6 e il 7 febbraio.

Nell’elegante calligrafia a pennino del registro si aggiungeva che la nave era iscritta al Compartimento marittimo di Itrio. Quindi, con l’aiuto di Gaetano Allotta, presidente della Lega navale di Agrigento, cercai notizie in Grecia contattando Marios Nikolinakos, dell’Università di Atene, che iniziò delle ricerche a Idra (Itrio?), un’isoletta dove mi recai personalmente nell’estate del 1993. Ma lì nessuna traccia dell’evento: Itrio non era la nostra isola. […]