Archeologia Viva n. 50 – marzo/aprile 1995
p. 85
di Antonio Guida
Sera del Venerdì Santo a San Marco in Lamis (Fg), un vasto centro urbano del Gargano: piccoli e grandi coni di legna accesa accompagnano la Mater dolorosa lungo la via principale. Questa singolare espressione di pietas popolare, nota come “Processione delle fracchie”, si perde nel tempo. Finora è risultata vana ogni ricerca per stabilirne l’origine della casra manifestazione: la venerazione per Maria e la mistica della Passione hanno radici profonde: un filo riannoda le funzioni religiose alle cerimonie degli antichi misteri e la Madre di Dio è tra le prime divinità dell’umanità.
Poi, il rinnovato culto del fuoco trova saldi addentellati nel mondo magico medievale: basta ricordare i falò (fanoye) accesi in molti rioni sammarchesi per alcune ricorrenze religiose che corrispondono a festività che corrispondono a festività pagane e i fuochi di Wodam. Inoltre, i “fasci” portati o trainati a San Marco in Lamis sono sagomati a cornucopia, un simbolo caso ad Attis, figlio di Cibele e dio delle piante. È possibile che precedenti pratiche culturali siano state adattate a dimostrazioni di cristianità. Il Cumont, a proposito di riti pagani sopravvissuti nella religione cattolica, ha scritto: «La fede popolare è invariabile come l’acqua nelle profondità del mare: essa non viene riscaldata né trascinata via dalle correnti di superficie». […]