Har Karkom: la montagna di dio L'archeologia e la Bibbia

Archeologia Viva n. 50 – marzo/aprile 1995
pp. 60-73

di Emmanuel Anati

Le ricerche condotte in Israele dalla missione del Centro camuno di studi preistorici ipotizzano una diversa localizzazione del biblico monte Sinai
La documentazione archeologica indicherebbe una montagna distante 200 km da Jebel Musa

Har Karkom è un nome moderno. È comparso solo alla fine delgli anni Cinquanta sulle carte israeliane a indicare questa montagna del Sinai. Significa “monte dello zafferano” (Har=monte; Karkom=zafferano). I beduini lo chiamano Jebel Ideid e così indicato anche sulle carte geografiche fra le due grandi guerre, quando l’area era sotto mandato britannico. Secondo gli arabisti Jebel Ideid significherebbe “monte delle moltitudini” o “monte della preparazione”, mentre nel locale dialetto beduino, secondo una guida della tribù Tarabin, significa “monte delle ricorrenze”. Un nome suggestivo per un massiccio roccioso in mezzo al deserto che oggi non ha proprio né moltitudini né ricorrenze.

La montagna rimase terra incognita fino al 1954, quando, ancora studente, vi scoprì un’importante concentrazione di arte rupestre. Ma per altri venticinque anni nessuno se ne occupò, a eccezione dello studioso americano Nelson Guleck che visitò rapidamente le incisioni da me scoperte e scrisse che Har Karkom doveva essere stata una montagna sacra. Vi ritornai per studiarla nel 1980, a capo di una missione archeologica italiana di ricercatori e volontari. Da allora la ricerca continua.

L’ambiente è un deserto di pietra, privo o quasi di vegetazione, a eccezione dei wadi dove si aggruppano scarsi arbusti. Situato in territorio israeliano presso la frontiera egiziana, Har Karkom è un altopiano di circa 4×2 chilometri, circondato da precipizi alti fino a 300 metri, circa 100 chilometri a nord di Eilat. La montagna è visibile da grandi distanze, da sud e da est, domina il paesaggio del deserto Paran e la si vede dalla Transgiordania, dai monti di Edom, distanti oltre 70 chilometri. […]