La tutela difficile Archeologia e diritto

Archeologia Viva n. 49 – gennaio/febbraio 1995
pp. 72-73

di Stefano Benini

Corrono un rischio particolare quei beni la cui identificazione si presta a giudizi discordi di valenza e opportunità: il caso di una centuriazione romana

Gli strumenti di tutela del patrimonio storico-artistico si sono dimostrati insufficienti, negli ultimi anni, non solo per gli attacchi che i beni culturali hanno subito, e continuano a subire quando interferiscono con interessi economicamente “forti”, con essi incompatibili, ma anche per la limitatezza dell’ottica “oggettuale”, su cui si muove la vecchia legge n. 1089 del 1939, sul patrimonio storico artistico.

Accanto alla funzione, tradizionale, di protezione e conservazione delle “cose” d’interesse storico, artistico, archeologico, paleontologico – questa è la formula impiegata dall’articolo 1 della legge – sarebbe necessario ricomprendere, tra gli oggetti da tutelare, anche determinate da “attività”. Si tratta di quelle manifestazioni della vita umana che sfuggono alla logica della produzione oggettuale, o che comunque difficilmente possono racchiudersi in un supporto materiale. Così le manifestazioni artistiche affidate al canto, al gesto, al pensiero. […]