Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 49 – gennaio/febbraio 1995

di Piero Pruneti

Grazie alla ripresa economica mondiale la morsa della disoccupazione nel nostro Paese sembra allentarsi, con una tendenza positiva che gli esperti danno per buona anche nei prossimi anni. In questo modo il famoso «milione di nuovi posti di lavoro» della campagna elettorale berlusconiana dovrebbe avvicinarsi al vero, nonostante – ironia della sorte – l’incertezza e la debolezza dell’azione politica del governo. Questa prospettiva è tuttavia minata da un dato ripetitivo, quello di un Sud che non segue il Centro-Nord nella risalita e che anzi vede aumentare la domanda di lavoro. D’altronde, una macchina produttiva che si rimette in moto da sola offre benefici dove essa esiste già, mentre rimangono ferme le aree private di infrastrutture economiche. E, com’è noto, quasi tutti gli investimenti operati nel Meridione nei decenni passati hanno risposto a criteri che niente avevano a che fare con le leggi dell’economia, da cui gli sprechi assistenziali e le “cattedrali” senza futuro.

Eppure nel disastro senza fine del Sud esiste ancora da giocare la carta della valorizzazione dei beni culturali e ambientali, immensi e unici al mondo, che costituiscono la vera materia prima di questo terzo d’Italia rimasto integro – suo malgrado – dall’aggressione industriale. Allora dobbiamo finirla di continuare a deviare e illudere le menti con promesse di investimenti risolutivi da migliaia di posti ciascuno. L’economia potrebbe impostarsi su miriadi di realtà territoriali caratterizzate dalla presenza di splendide risorse archeologiche, monumentali e paesaggistiche. Quale città o paese non dispone di un patrimonio sufficiente a sostenere un circuito turistico su cui incentrare l’iniziativa economica dei privati, dall’agriturismo familiare ai grandi alberghi, dalle guide ai circuiti di vendita di prodotti tipici. Nel momento in cui tutto si azzera per fallimento completo delle precedenti politiche meridionalistiche, avremmo la rinascita di un Sud che finalmente trova in se stesso le ragioni e la dignità del proprio sviluppo.

Piero Pruneti 

direttore di “Archeologia Viva”