Colombo ’92: l’occasione mancata Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 33 – novembre 1992
pp. 68-71

di Luigi Fozzati

La grandiosa rassegna genovese poteva costituire un appuntamento storico per l’archeologia subacquea. Ma ha vinto il “mostrismo”…

Le mostre, quando non le grandi esposizioni internazionali, sono l’occasione migliore per stilare bilanci, presentare sintesi e azzardare nuove ipotesi di lavoro. Ciò si verifica, più o meno puntualmente, per quasi tutti i settori dell’attività umana: dalle automobili agli elettrodomestici, dai mobili alle piante officinali. A fare eccezione è incredibilmente la cultura o, meglio, i cosiddetti “beni culturali”. Troppo spesso mostre inutili o quasi, comunque costose o costosissime, mettono in vetrina un lusso che il settore italiano dei beni culturali non può e non deve permettersi.

Il “mostrismo” dilagante nuoce profondamente all’affermazione di una politica culturale seria e matura: l’Italia ha oggi anzitutto bisogno di musei moderni e funzionali, di magazzini all’altezza dei reperti che dovranno conservare, di laboratori di restauro. Il fiume di denaro pubblico che viene annualmente assorbito dalle mostre è esattamente il contrario della logica.

Tutto ciò per dire che occorre smetterla di organizzare mostre? Nient’affatto: le mostre hanno un senso e, in questo momento la cui durata non è ahimè preventivabile, il senso è quello di essere strumento di promozione e preparazione di nuovi musei. Scrivendo nello spazio di questa rubrica, è inevitabile evidenziare l’assoluta necessità di nuovi, ampi e moderni musei destinati all’archeologia subacquea: o si creano nuovi musei o l’archeologia delle acque non ha futuro. Ma su questo argomento torneremo in altra occasione…  […]