I segreti della capitale Roma sotterranea

Archeologia Viva n. 33 – novembre 1992
pp. 20-27

di Carlo Pavia

Calamità naturali e distruzioni da parte dell’uomo si sono accavallate nei secoli per formare sotto le rumorose strade di Roma i bui e silenziosi ambienti di una città nascosta che si può scoprire anche se non si è – ma soprattutto se si è – buoni speleologi

Come si è arrivati a una Roma sotterranea? Non è facile rispondere a questa domanda perché le cause sono molteplici e tutte di diversa natura. Il primo motivo è chiarametne l’accumulo del materiale a causa dell’abbandono plurisecolare delle strutture murarie con la loro naturale decadenza. A tal proposito è emblematico ricordare uno scavo effettuato verso la fine del secolo scorso (1883-84) da Luigi Boccanera e Rodolfo Lanciani alla villa Voconiaia.

La villa non era stata distrutta né da un incendio, né da un terremoto e tanto meno dall’opera umana: una volta abbandonata – senza neanche essere spogliata dalle opere d’arte raccolte all’interno – era pian piano morta, uccisa dalle intemperie e dal tempo. Nel suo piccolo, lo scavo di questa villa romana restituì dei dati assai precisi: si poté constatare che una casa d’abitazione a un solo piano (la villa non presentava scale che portavano a piani superiori) con la sua morte produce uno strato di materiali di risulta di quasi 2 metri di altezza (con esattezza 1,90 m). Le stesse circostanze distruttive, riproposte a un altro edificio di 10 metri, può causa quasi 2 mc di detriti per ogni metro quadrato di superficie.

Ricordando che nell’antica Roma gli edifici superavano i 20 metri di altezza (portati a 21 da Augusto e a 18 da Traiano), che si contavano circa 43 mila case d’affitto, quasi 2 mila palazzi ed enormi edifici pubblici come terme, fori, anfiteatri, templi e portici, è facile immaginare quale potesse essere il risultato delle rovine di così grandi complessi edilizi.
Se le antiche vestigia romane, attualmente in luce, non fossero pulite periodicamente, dopo un anno si formerebbe uno strato di polvere alto due centimetri; questo significa che in un secolo si raggiungerebbe uno spessore di due metri e, esagerando un po’ (ma entro i limiti), in quindici secoli il monumento tornerebbe a essere ricoperto da circa 30 metri di solo accumulo naturale generato dagli agenti atmosferici. […]