Locri Epizefiri Ricerche archeologiche nella Calabria ionica

Archeologia Viva n. 31 – luglio/agosto 1992
pp. 34-49

di Claudio Sabbione

Fondata da coloni greci della Locride tra VIII e VII sec. a.C. su una pianura lungo la costa dello Jonio la splendida colonia di Locri Epizefiri

fu una delle protagoniste dell’inquieta vita politica e artistica della Magna Grecia ma sopravvisse per tutto il periodo romano e tardoantico fino a che le incursioni arabe e la malaria non ne decretarono l’abbandono

Locri Epizefiri è una delle poleis più comunemente conosciute e documentate della Magna Grecia: alle numerose notizie tramandate dalle fonti storiche e letterarie antiche si aggiungono i dati archeologici acquisiti in numerosi e fortunati scavi, a partire da quelli condotti da Paolo Orsi nei decenni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e il principio del nostro secolo, fino alle ricerche attualmente in corso.

Molti aspetti della vita e della cultura di Locri Epizefiri presentano caratteristiche assolutamente peculiari, rispetto agli altri centri dell’Italia Meridionale e della Sicilia. La mancata sovrapposizione di un abitato medievale o moderno all’area urbana antica consente di fruire e visitare gli scavi in un quadro ambientale quasi integralmente agricolo e di cogliere agevolmente quanto la conformazione fisica del terreno abbia condizionato l’organizzazione dell’insediamento.

La polis greca fu fondata dai coloni provenienti dalla Locride, piccola e povera regione della Grecia centrale, i quali si insediarono in un territorio dove da tempo si sviluppavano importanti villaggi delle popolazioni locali (dai greci definiti “Siculi”), in possesso di una cultura tipica dell’età del Ferro. Sottomessi o respinti dagli indigeni, la città si sviluppò nella stretta pianura costiera, lungo la costa dello Jonio, rettilinea e priva di un porto naturale. […]