I signori del ferro Arte rupestre camuna

Archeologia Viva n. 28 – aprile 1992
pp. 66-45

di Angelo Fossati e Patrizia Frontini

Corredi funerari e incisioni rupestri dell’età del Ferro documentano in Italia settentrionale il graduale affermarsi di un ceto aristocratico dominante i cui caratteri distintivi erano la pratica della caccia e l’esercizio delle armi

Durante la prima età del Ferro (IX-V sec. a.C.), nell’ambito delle Culture di Este (Veneto) e Golasecca (Canton Ticino, Lombardia occidentale e Piemonte orientale), l’organizzazione sociale si modifica, passando da comunità poco differenziate a livello economico-sociale e rette da un “capo guerriero” a società differenziate, al cui interno si distinguono prima “principi guerrieri” (VIII-VII sec. a.C.) e poi un ceto elevato che si caratterizza per ricchezza e prestigio (VI sec. a.C.).

Questo processo si verifica sulla spinta di contatti con il mondo peninsulare, in particolare etrusco, e si può leggere in Italia settentrionale – dove i dati degli abitati sono scarsi – attraverso la documentazione funeraria.

Nelle fasi più antiche delle necropoli golasecchiane (X-IX sec. a.C.) le sepolture presentano una notevole uniformità per quanto riguarda sia gli aspetti rituali che la composizione dei corredi.

Si distinguono solo le tombe con armi che rimandano al ruolo di guerriero del defunto, ruolo senza dubbio di rilievo se è l’unico a essere evidenziato anche dopo la morte.

Alla presenza di armi non si accompagnano però attributi che sottolineano prestigio o ricchezza, quali una posizione particolare della sepoltura all’interno della necropoli, una struttura tombale monumentale o un corredo particolarmente ricco. […]