Gli uomini del Monte Cetona Ricerche preistoriche in Italia

Archeologia Viva n. 28 – aprile 1992
pp. 24-35

di Fabio Martini, Maria Teresa Cuda e Lucia Sarti

Solitario nel ridente paesaggio della Valdichiana al confine tra Toscana e Lazio, il Cetona esercita da decine di migliaia di anni un particolare richiamo sull’uomo

Uno straordinario monumento naturale alla preistoria italiana per il quale è stato avviato un progetto di tutela archeologica e ambientale

«E così dopo una passeggiata deliziosa per l’incanto suggestivo dei luoghi cui eravamo venuti con lo spirito imbevuto di poesia e di leggenda, ne ripartiamo con la impressione affascinante di nuovi orizzonti illuminati di nuove e inaspettate rivelazioni: Un mondo sconosciuto… si rivela d’improvviso alla nostra mente, e sia pure nell’indeterminatezza della sua consistenza ci ispirava altri desideri e altri entusiasmi.

Ritornammo a Belvedere più e più volte, ne facemmo meta preferita delle nostre indagini, ma non più con l’animo imbevuto della poesia della leggenda…, ma con la mente serena dell’archeologo che indaga, misura, controlla».

Così Umberto Calzoni descrive il suo incontro col Monte Cetona avvenuto nel 1927 «per fortunata combinazione». Un incontro che si trasformò in avventura e che lo spinse a continuare lì la sua ricerca archeologica finché visse.

Fu Calzoni a scoprire archeologicamente il Monte Cetona e a rivelare per primo l’immenso patrimonio preistorico nascosto nelle cavità e nelle spaccature della montagna.

In molti anni di ricerca egli mise in luce luoghi di abitazione, bivacchi, anfratti sepolcrali delle popolazioni che si insediarono sulla montagna fin dal Paleolitico Medio, ma che soprattutto durante l’età del Bronzo colonizzarono la montagna con un’espansione demografica così alta da avere pochi riscontri nella Preistoria italiana. […]