Archeologia Viva n. 42 – novembre/dicembre 1993
pp. 74-76
di Igor Righetti
In Maremma ciò che toccherebbe alle amministrazioni locali d’accordo con la Soprintendenza viene invece fatto da anni per iniziativa legale di un procuratore circondariale
Un caso come un altro di magistratura “supplente”?
Il territorio maremmano è ricco di testimonianze delle antiche civiltà che lo hanno popolato, ma incuria e degrado, manomissioni e furti ne compromettono la sopravvivenza. I vari progetti per la creazione di parchi archeologici non sono riusciti a concretizzarsi.
L’ultimo, riguardante quello di Sovana-Sorano e Vitozza, elaborato dal comune di Sorano, è al centro di polemiche tra l’amministrazione locale e quella regionale toscana la quale accusa il comune di non aver prospettato con quali forme gestionali il parco dovrà funzionare e di aver presentato un progetto difforme da quello ipotizzato dalla Regione. La polemica infuria e il patrimonio archeologico va in malora.
Nel tentativo di porre un freno al degrado e, allo stesso tempo, per sensibilizzare a una maggiore attenzione nella tutela degli irripetibili beni culturali, si muove il procuratore della Repubblica presso la Pretura circondariale di Grosseto, Pietro Federico, che ha di recente chiesto e ottenuto il sequestro preventivo della tomba di Ildebranda di Sovana e della strada scavata nel tufo in località Cavone di San Giuseppe nel comune di Pitigliano.
Nella stessa operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo la torre romana di Poggio Murella (Saturnia) e la fortezza Orsini di Sorano. A porre i sigilli ai celebri monumenti sono stati i carabinieri di Pitigliano e i finanzieri della sezione Polizia giudiziaria della Procura circondariale. La custodia è stata affidata al Ministero dei beni culturali e ambientali.
Questa azione segue quelle altrettanto clamorose che hanno interessato alcune tra le più note aree archeologiche tra le quali l’antica colonia di Cosa (Ansedonia), (vedi AV n. 31 – ndr), la necropoli etrusca di Val Beretta (Castiglione della Pescaia) e quella di Poggio Buco (Pitigliano). Migliaia i reperti preistorici, etruschi, romani e medievali rinvenuti in appartamenti e giardini privati.
Le motivazioni che hanno portato al sequestro della tomba di Ildebranda, grandioso monumento sepolcrale di epoca ellenistica, riguardano episodi di danneggiamento, smottamenti e frane attribuibili anche all’esecuzione del recente impianto di illuminazione.
Per quanto riguarda il Cavone di San Giuseppe, cosituito da un percorso scavato nel tufo in epoca etrusca, i cui lati nel tratto iniziale della via presentano diverse strutture tombali etrusche, le frane e gli smottamenti in atto sono riconducibili sia a incuria sia all’esecuzione di opere abusive, tra cui spiccano baracche, pollai e depositi di attrezzi agricoli. […]