Alle origini del mondo arabo L'Arabia prima dell'Islam

Archeologia Viva n. 42 – novembre/dicembre 1993
pp. 48-59

di Annie Caubet

Sulle vie dell’incenso e delle spezie ritorna il mito dell’Arabia felice solcata dalle carovane millenarie che collegavano a dorso di cammello l’Oriente misterioso con il Mediterraneo
Terra di mercanti e di nomadi essa conobbe un’eccezionale fioritura culturale ed economica nel periodo pre-islamico
La mostra in corso all’Istituto del mondo arabo di Parigi ci offre l’occasione di un’inedita visione d’insieme

Principesse dal favoloso destino: Balkis regina di Saba, Zenobia regina di Palmira, Sheherazade la narratrice. Tutti i profumi dell’Arabia evocati da lady Macbeth per lavare il proprio crimine. L’incenso, la gomma e la mirra deposti dai Re Magi ai piedi del Bambino Divino. I datteri, frutti di fresche oasi stagliantisi ai margini del deserto, l’indaco dello Yemen, le perle fini portate dalla profondità delle acque del Golfo Persico. L’oro che Salomone fece ricercare da Ofir, i diamanti di Golconda, trasportati attraverso il deserto al passo lento delle carovane…

L’Arabia è inizialmente per il visitatore occidentale un profmo di leggenda. Da Strabone a Rimbaud e Paul Nizan, da Shakespeare a Philby e Henry de Montfreid, scrittori e poeti si sono fatti portavoce del fascino che l’Arabia esercita su di noi.

Limitato su tre coste da altrettanti mari – il mar Rosso, l’Oceano Indiano e il Golfo Persico – e al nord dalle valli della Mezzaluna fertile, bagnata dal Tigri e l’Eufrate, l’Oronte e il Giordano, l’ambiente geografico dell’Arabia e delle sue frange è abbastanza omogeneo, benché variato. Tuttavia questi immensi spazi si definiscono meglio per i loro limiti che per il loro stesso contenuto.

La penisola arabica infatti, contrariamente a un’idea correntemente recepita, non è che parzialmente desertica. A parte il vasto Rub-al-Khali che è veramente un deserto, si possono qualificare le steppe come delle distese disseminate di rade erbe sufficienti comunque alla sopravvivenza degli animali selvatici: lo sciacallo, lo struzzo, numerose varietà di gazzelle fra cui l’oryx dalle belle corna, tutta un’abbondante selvaggina abita la steppa e ha attirato i cacciatori fin dai tempi paleolitici. […]