Medioevo sulla roccia La Valcamonica dopo i Camuni

Archeologia Viva n. 40 – luglio/agosto 1993
pp. 32-47

di Umberto Sansoni, Roberto Andrea Lorenzi e Silvana Cavaldo

Risultati inediti stanno dando le ricerche sull’arte rupestre della Valcamonica dove le rocce risultano istoriate anche dopo la romanizzazione sulla scorta di una millenaria tradizione incisoria
Un notevole patrimonio di segni medievali e perfino di età successive ci presenta ora un mondo di fede e castelli, di santi ed eretici, di patiboli e cavalieri

Incidere, dipingere o graffire la roccia per lasciare i segni del proprio credo e della propria cultura, per compiere atti magici, rituali, celebrativi è essenzialmente una caratteristica dei popoli senza scrittura e tale fenomeno ha un riscontro vastissimo, a livello planetario.

L’introduzione del carattere scritto (a lungo incubato nella stessa espressione rupestre), e con esso dei processi della civiltà urbana, pone in crisi la tradizione incisoria che tende a essere rimpiazzata da forme espressive diverse e più sofisticate. Arte rupestre e civiltà sembrano quindi antitetiche e non è un caso che proprio nel Medioevo, nella fase storica che vide lunghi periodi di regressione civile in gran parte d’Europa, l’attività incisoria riaffiori in molte località e segnatamente in alcune di quelle che già conobbero l’espressione preistorica. […]