I Longobardi a Cividale Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 39 – giugno 1993
pp. 60-66

di Paola Lopreato e Michela Torcellan Vallone

A Cividale del Friuli era stata abbandonata da decenni l’idea di riprendere il vecchio scavo della necropoli longobarda di Santo Stefano in Pertica sopra la quale si estendevano condomini e strade asfaltate
Eppure particolari condizioni hanno permesso di fare proprio questo…

Nell’ormai lontano 1960 Carlo Mutinelli, direttore del Museo archeologico di Cividale del Friuli (Ud), effettuò uno scavo di vera e propria emergenza. Il luogo, sulla riva destra del Natisone – il fiume, ora affluente dell’Isonzo, che bagna la cittadina – e fuori della Porta di Borgo San Pietro, era nell’antichità esterno alle mura urbane e interessato dalla presenza di una vasta necropoli di epoca longobarda. Nel 1960 però vi fervevano lavori edilizi di largo raggio per la realizzazione di un intero quartiere. A Mutinelli non restò che operare velocemente, fra mille difficoltà e ostacoli (anche meteorologici) riuscendo alla fine a recuperare 15 tombe con i relativi corredi. I dati scientifici furono perduti nell’emergenza del momento.

La necropoli occidentale, esterna alla Porta di Borgo San Pietro, posta in una zona nota dalle fonti con il nome di Santo Stefano in Pertica, era quella utilizzata esclusivamente dai Longobardi. Altre necropoli si trovavano a nord-est della città; erano quelle di Gallo – scavata nel 1817-1824 dal canonico Michele della Torre in quello che fu il primo scavo longobardo in Italia – e di S. Giovanni, vasto sepolcreto scavato nel 1916 da Ruggero della Torre, il quale vi rinvenne almeno 277 tombe, quasi ugualmente ripartite in romane e longobarde. […]