La Città Proibita Antica Cina

Archeologia Viva n. 38 – maggio 1993
pp. 36-55

di Piero Corradini

I palazzi della Città Proibita costituiscono il più grande complesso architettonico in legno dell’antica Cina, ma anche un insieme di edifici con pochi uguali al mondo che oltre a ospitare le collezioni d’arte delle dinastie Ming e Qing raccolgono le testimonianze storiche delle corti imperiali

Nel corso della plurimillenaria storia cinese le diverse dinastie imperiali costituirono nelle loro capitali complessi palaziali grandiosi dove esercitarono e manifestarono il loro potere. Di questi complessi due soli si conservano ancora oggi intatti e sono i due palazzi imperiali che servirono da sede per gli imperatori dell’ultima dinastia Qing (1644-1911), quello di Shenyang in Manciuria, piccolo e raccolto, costruito prima della conquista mancese della Cina e quello, più grandioso e imponente, ricco di opere d’arte e meta di innumerevoli visitatori, che sorge al centro della città di Pechino.

Il palazzo imperiale è, nella concezione tradizionale cinese, parte integrante della capitale. Esso era il luogo dove il potere statale veniva esercitato e si manifestava all’esterno. Ancora oggi l’emblema della Repubblica Popolare raffigura la Tian’anmen, la porta della Pace Celeste che dava accesso alla città imperiale, dove era racchiuso il palazzo; e in una sezione del palazzo stesso, la zona dei Laghi Meridionale e Centrale, risiedono i capi del governo e del Partito Comunista Cinese. Esso è quindi ancora il luogo dove viene governata la Cina.

La visita dei palazzi imperiali di Pechino, oggi trasformati in museo e aperti al pubblico, è necessaria a chiunque, visitando la Cina e in particolare Pechino, voglia comprendere il significato della sua storia. Non sono soltanto le innumerevoli collezioni di oggetti d’arte che il museo contiene a destare interesse. Nel complesso palaziale rivivono e pulsano ancora i simboli di un potere che per secoli ha governato un quarto dell’umanità. […]