Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 38 – maggio 1993

di Piero Pruneti

Fra le non poche missione archeologiche italiane che lavorano all’estero – nonostante i quasi sempre irrisori finanziamenti riservati dal Ministero della Ricerca scientifica a questo settore – alcune stanno svolgendo indagini di importanza davvero eccezionale, di quelle che costringono gli editori ad aggiornare i libri scolastici di storia. Solo negli ultimi due numeri di “Archeologia Viva” abbiamo avuto modo di presentare in esclusiva la grande scoperta della pietra topografica di Jebel Amud, fatta da Edoardo Borzatti nel deserto giordano, e i risultati degli scavi ancora in corso sulle coste della Turchia, dove Sebastiano Lagona sta portando alla luce l’antica città eolica di Kyme, che significa lavorare e studiare sulle origini di quel fenomeno rivoluzionario per la civiltà mediterranea che fu la colonizzazione greca.

In questo numero parliamo invece di Ebla, uno dei primi centri urbani del mondo, spettacolarmente rivelato dalla sistematica esplorazione italiana di Tell Mardikh, con un articolo di Paolo Matthiae, responsabile degli scavi dal 1964. Ebla è già presente da tempo sui libri di storia, ma le scoperte nel luogo del massimo centro politico e culturale della Siria interna intorno al 2500 a.C. continuano come se si fosse cominciato a scavare ora. E non può essere che così se si considera che Tell Mardikh è una delle più fertili “miniere” archeologiche del nostro tempo: facendo le dovute proporzioni – ogni epoca ha in tutto i propri ordini di grandezza – è come se fra quattromila anni, quando con ogni probabilità i più importanti centri culturali ed economici dell’occidente europeo saranno stati sostituiti da altre supremazie continentali, si scavasse dove ora è Parigi e si riportassero alla luce i resti dell’Eliseo, di Notre Dame, le biblioteche, gli archivi, e poi i quartieri abitativi con gli arredi e i feticci del nostro vivere quotidiano, abbandonati e sepolti dalle sabbie della Senna, e ancora scoprendo al di sotto altri strati della città, ai tempi di Filippo Augusto o a quelli già ora molto lontani della primitiva Lutetia… (è proprio vero che, fra le scienze, l’archeologia è quella che più fa immaginare e sognare).

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”