Il leudo del mercante Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 47 – settembre/ottobre 1994
pp. 96-97

di Gian Piero Martino e Tiziano Mannoni

Le indagini sull’imbarcazione postrinascimentale 
ritrovata a Varazze contribuiscono alla conoscenza 
dell’importante ruolo commerciale svolto 
dal naviglio minore lungo le coste liguri

La notizia della scoperta da parte dei signori Sardi e Andreone, di un relitto postrinascimentale nelle acque di Varazze (Sv), comunicata al Ministero dei beni culturali ha determinato l’attivazione di una procedura d’intervento da tempo collaudata: l’Ufficio centrale che coordina gli interventi nel settore, lo Stas, ha trasmesso la segnalazione alla Soprintendenza archeologica della Liguaria per il seguito di competenza.
Una prima ricognizione del sito, oltre a confermare l’esistenza di un relitto, evidenziava la necessità di un tempestivo intervento di scavo finalizzato a evitare il saccheggio del primo giacimento del genere scoperto in Liguria.

Il relitto giace a circa un miglio e mezzo dalla costa, di fronte al porto di Varazze, nella cosiddetta “secca del Campanin”, a una profondità di 44-46 metri. Il deposito archeologico ha l’aspetto di un cumulo ellittico sporgente dal fondo. Sia la profondità che la posizione, un avvallamento del fondale limitato da scogli emergenti, hanno protetto il relitto da strascichi e ormeggi, favorendone una conservazione ottimale. La prima ricognizione sulla superficie del deposito, stupendamente decorato da gorgonie rosse e bianche, ha confermato l’impressione di essere di fronte a un relitto ancora fortunatamente intatto. […]