Arabi e Normanni nel mare di Sicilia Mediterraneo medievale

Archeologia Viva n. 47 – settembre/ottobre 1994
pp. 66-77

di Gianfranco Purpura, Igor Mineo e Pietro Todaro

I fondali della Sicilia occidentale hanno conservato 
testimonianze preziose per ricostruire 
uno dei momenti storici più importanti per l’isola 

La coincidenza archeologica di due relitti 
a Marsala e San Vito Lo Capo con identici carichi di anfore 
riconducibili a celebri monumenti palermitani

Sono trascorsi più di dieci anni da quando nel giugno del 1983, su invito della Soprintendenza archeologica per la Sicilia occidentale sollecitata dalla Guardia di Finanza di Marsala, effettuavo una ricognizione in un sito dal quale provenivano alcune anforette a cannelures (scanalature) di forma allora a tutti sconosciuta.

Poco tempo prima avevo avuto a Palermo l’opportunità di rintracciare nei sotterranei del Palazzo Reale (vedi AV, giugno 1986) alcuni graffiti di navi di età normanna e di imbattermi in numerose anforette simili abbandonate nelle intercapedini tra i mosaici e i soffitti della chiesa della Martorana.

Questi contenitori venivano utilizzati quali materiali di riempimento e isolanti parietali dai costruttori, che impiegavano scarti di produzione nella fabbrica di edifici laici e religiosi in età normanna. In base ai documenti, la celebre chiesa della Martorana risultava consacrata dall’ammiraglio Giorgio di Antiochia nel 1143, dunque all’incirca a quell’epoca devovano risalire i contenitori ceramici colà rinvenuti, di sicura produzione siciliana. […]