La minaccia europea Archeologia e diritto

Archeologia Viva n. 46 – luglio/agosto 1994
pp. 90-91

di Stefano Benini

Con l’apertura delle frontiere Cee 
il rischio per i beni culturali è aumentato: 
si spera in un’efficace attuazione delle norme comunitarie

Il sistema legislativo italiano è ispirato alla fondamentale esigenza di conservazione del patrimonio cultuale nazionale. La Legge 1° giugno 1939 n. 1089 contiene severe norme sull’esportazione delle cose d’antichità e d’arte. Essa è vietata in modo assoluto qualora ne derivi un danno per il patrimonio storico-artistico nazionale; ove tale pericolo non sussista, l’esportazione è consentita solo se la cosa sia stata preventivamente inventariata dalla Soprintendenza e se sia stata ottenuta apposita licenza dal competente Ufficio esportazione, previo pagamento di una tassa progressiva sul valore della cosa (non dovuta se il paese di destinazione è nella Cee). Se la cosa che si vuole esportare è di rilevante interesse, lo Stato può esercitare il diritto di prelzione al prezzo dichiarato da chi ha inoltrato la domanda di esportazione. Norme particolari sono previste per esportazioni temporanee per mostre, esposizioni, o arredi di sedi diplomatiche. […]