Archeologia Viva n. 46 – luglio/agosto 1994
pp. 82-86
di Nicoletta Martinelli
Fra le tecniche che consentono la precisa datazione
dei reperti archeologici si distingue la dendrocronologia
Essa riesce a definire l’anno e perfino la stagione
in cui è stato abbattuto l’albero servito
per la preparazione di un oggetto in legno
Il legno è senz’altro uno dei primi materiali utilizzati dall’uomo, sia per la sua ampia reperibilità, sia per la facilità di lavorazione, che non richiede l’uso di utensili elaborati.
Quanto sia antico l’impiego del legno nelle costruzioni abitative e nella fabbricazione di oggetti lo testimoniano i resti delle armi da punta rinvenute nei siti paleolitici di Clacton-on-Sea (Inghilterra) e Lehringen (Germania) e le buche di palo delle capanne di Terra Amata (circa 400.000 anni fa) e di Comb Grenal (circa 100.000 anni fa) in Francia.
Si tratta, tuttavia, di rinvenimenti piuttosto rari, poiché il legno, in quanto sostanza organica, è soggetto a rapido degrado e disfacimento ad opera di batteri e microrganismi e solo in particolari condizioni di giacitura, in ambiente umido e privo di ossigeno, i materiali lignei, pur subendo delle trasformazioni, possono conservarsi per millenni, mantenendo pressoché inalterato il loro aspetto. Per questo le ricerche archeologiche subacquee possono fornire una rara occasione per il recupero e lo studio di reperti lignei, difficilmente rintracciabili negli scavi a terra. […]