Antiche genti d’Italia Dalla Protostoria all'età romana

Archeologia Viva n. 46 – luglio/agosto 1994
pp. 66-79

di Angela Donati e Altri

Dall’età del Ferro alla pace di Augusto: mille anni decisivi 
per la formazione della prima unità della Penisola

Protagonisti della lunga e complessa vicenda storica 
i molti popoli “vinti” che fra le Alpi e il mare 
furono costruttori ognuno di profonde originalità culturali
Un mosaico straordinario che la ricerca archeologica 
sta ogni giorno arricchendo e che ora 
è messo a fuoco nella grande mostra a Rimini

«Questa è l’Italia cara agli dei» (Haec est Italia dis cara): con queste parole Plinio il Vecchio – l’ammiraglio della flotta romana, autore della Naturalis Historia, la più grande opera enciclopedica dell’antichità, che proprio per il suo innato desiderio di conoscenza incontrò la morte durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. – conclude i capitoli dedicati alla descrizione geografica della Penisola, una vera e propria congerie di uomini e culture diverse, giunta all’unità politica e amministrativa ad opera di una fra le tante città situate in quella striscia di terra che si allunga al centro del mondo – il Mediterraneo – cinta da tre lati dal mare e protetta a nord dalla catena delle Alpi. Le grandi isole (Sicilia, Sardegna e Corsica) sono percepite come qualcosa di diverso – proprio perché isole – e vengono governate in maniera autonoma, come provinciae, anche se la loro funzione sarà fondamentale per la formazione e l’evoluzione dell’Italia.

Questo nome, Italia, risale lungo la penisola partendo proprio dalla sua punta estrema: indicava infatti, almeno nel V sec. a.C., la parte più meridionale, attorno allo stretto di Messina, quella nella quale il mitico re Italo – ai tempi in cui il Mediterraneo era percorso da eroi, divinità, re alla ricerca di nuove terre o tesori (chi non ricorda il vello d’oro degli Argonauti) – si sarebbe stanziato con la sua gente.
Una tradizione antica riporta questa versione, ma un’altra ricollega ai vituli, ai vitelli, l’animale totemico delle genti che abitavano quelle terre, ma anche l’animale là principalmente allevato, a differenza della Grecia ove prevalevano i caprini.

Gradualmente, a partire dal sud peninsulare verso il cuore della penisola si incontrano gruppi diversi, indicati fondamentalmente come Italioti (gli eredi dei coloni greci del sud, essenzialmente di lingua greca) e come Italici, un’entità articolata, carica di valenze politiche, ma soprattutto accomunata da una lingua che consentiva di ricondurre a un ceppo comune tutte queste popolazioni. Praticamente, quindi, questo substrato linguistico collegava la maggior parte della penisola, con l’eccezione degli Etruschi, la cui lingua non è indeuropea. […]