Nel lago di Ninfa Acque interne del Lazio

Archeologia Viva n. 45 – maggio/giugno 1994
pp. 30-34

di Carlo Pavia

Questo piccolo paradiso acquatico alle porte di Roma era noto e amato anche nell’antichità al punto da ospitare un tempio sacro alle ninfe
Ora una ricerca del gruppo Lu.Pa. ha individuato sui fondali significative testimonianze archeologiche

Ninfa è in provincia di Latina. Si raggiunge facilmente da Roma percorrendo la via Appia: appena superata Cisterna, si prende a sinistra la strada comunale per Doganella e Norma. Dieci chilometri e sulla destra si vede il lago con i ruderi medievali del castello e della torre che vi si specchiano.

Le più antiche notizie di Ninfa risalgono all’età imperiale. È Plinio a parlarcene: egli documenta una sorgente accanto alla quale sorgeva un tempio sacro alle ninfe. Ricorda anche fatti prodigiosi come due isolette che, seguendo le note di una musica, si muovevano ritmicamente e alte fiamme che fuoriuscivano dal greto sassoso soprattutto durante i temporali (certamente delle emanazioni di idrogeno, oggi non più avvertibili). Venne il Medioevo e si iniziò la costruzione del castello e di una diga che causò l’innalzamento del livello dell’acqua rispetto alla sorgente.

Le colonne del tempio furono riutilizzate per le strutture medievali (è possibile trovarle oggi anche adagiate a terra nel meraviglioso giardino) e le basi del tempio, insieme alle strutture adiacenti, vennero per sempre coperte prima dall’acqua e poi dalla folta vegetazione lacustre.
Poche sono oggi le vestigia romane che nel magnifico giardino-ortobotanico, periodicamente aperto al pubblico e magistralmente curato dallo staff diretto dal gentilissimo Lauro Marchetti, si possono ammirare:un ponte, poche murature e qualche rocchio di colonna sparso qua e là. […]