Dalla Britannia al Reno Ai confini dell'impero

Archeologia Viva n. 44 – marzo/aprile 1994
pp. 63-65

di Sergio Rinaldi Tufi

Prosegue il viaggio sulla linea fortificata del limes con una rivisitazione delle vicende e dei luoghi che videro di scena i popoli germanici

Prima di abbandonare la Britannia, dove (vedi AV n. 43) abbiamo visitato il Vallo di Adriano, diamo un’occhiata alla particolare situazione strategica che si sviluppa nella parte meridionale dell’isola. Sono dislocate qui le piazzeforti della Classis Britannica, la flotta militare istituita nel II secolo: più precisamente Dubris (Dover) e Lemanis (Lympne), cui si aggiunge, sull’opposta sponda della Manica, Gesoriacum-Bononia (Boulogne-sur-Mer). A Dover bisogna ricordare fra l’altro il celebre faro (uno dei pochi conservati del mondo antico), più volte rimaneggiato e ristrutturato. Inoltre, a partire, probabilmente, dall’epoca dell’imperatore Probo (276-282) viene creato un sistema di almeno dieci forti disposti su alture (in parte creati ex-novo, in parte frutto della trasformazione di strutture precedenti), di pianta spesso irregolare (al contrari odei castra tradizionali) in quanto condizionati dal terreno. Il sistema, dislocato in siti non lontani dalla costa, viene definito Litus Saxonicum, ed è concepito come linea di avvistamento e difesa nei confronti di invasori in arrivo dal mare.

Fra questi potenziali invasori, in prima fila sono i Sassoni (da cui deriva il nome Litus), che nel V secolo, insieme con Angli, Frisoni e Juti, passeranno dalle attività di razzia e di pirateria alla vera e propria guerra di conquista della Britannia. Sono popolazioni germaniche che non sono mai state assoggettate all’impero romano: già il fondatore di quest’ultimo, Augusto, aveva progettato l’annessione dei territori fino all’Elba, ma il suo progetto era fallito, e di quest’ampia area oltre il Reno erano rimaste padrone le tribù della Libera Germania. […]