Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 44 – marzo/aprile 1994

di Piero Pruneti

Alla fine di marzo scade il termine per partecipare al Concorso fotografico nazionale “Salviamo i Castelli”, organizzato da Archeologia Viva (il bando è stato pubblicato a p. 95 dello scorso numero). Prevedendo la partecipazione degli studenti delle scuole medie inferiori (in tutto circa 5800 istituti), delle associazioni culturali e dei fotoamatori, “Salviamo i Castelli” si presenta come una delle più capillari operazioni di conoscenza e sensibilizzazione finora condotte sul patrimonio culturale della Penisola. Nelle nostre intenzioni il Concorso dovrà essere l’occasione per rivisitare con occhi diversi le migliaia di fortificazioni di ogni tipo, dalle residenze alle strutture di natura puramente militare, che costituiscono i complessi monumentali più diffusi, per cerca di capire il significato della loro presenza nel paesaggio, e immaginare per essi una funzione.

Voglio ricordare un progetto che anni fa un gruppo di architetti avanzò per il recupero delle fortificazioni medievali di Firenze, ancora in piedi nell’Oltrarno. Si prevedeva il ripristino dei camminamenti con l’apertura di questi al passaggio dei fiorentini che, come già succedeva ai tempi di Dante, avrebbero potuto godere di un panoramico corridoio a mezz’aria sulla città. In questo modo quei pochi chilometri di mura salvatisi dagli abbattimenti ottocenteschi si sarebbero guadagnati un dignitoso diritto alla sopravvivenza. Come spesso è accaduto finora in Italia per iniziative intelligenti, ma prive di sponsor politici, non se n’è fatto di nulla. Le mura son sempre lì, separate dalla realtà quotidiana dei fiorentini, a elemosinare qualche ritocco d’emergenza per non cadere su chi passa sotto. Quanti casi simili esistono in Italia, di monumenti destinati ad una lenta rovina (perché questo è il destino di ogni struttura inutilizzata) nella ignoranza dei più e in assenza di un’idea coraggiosa che li sottragga al mortale isolamento? Dunque “Salviamo i Castelli”! sarà una grande sfida della coscienza e della fantasia.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”