Italia in vendita Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 43 – gennaio/febbraio 1994
pp. 86-87

di Luigi Fozzati

È il momento delle privatizzazioni e lo Stato sta per vendere gran parte del proprio patrimonio territoriale. In mezzo c’è anche quello subacqueo…

Cronaca di una disfatta. È il solo commento che affiora leggendo quanto sta per succedere in Italia. Cerchiamo di offrire ai nostri lettori i dati per poter conoscere il problema, capirlo e promuovere una ferma e decisa richiesta d’Intervento presso il Governo e il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.

Lo stato italiano, vessato da un deficit di proporzioni colossali, ha deciso di vendere una parte cospicua del proprio patrimonio: terreni, fabbriche ed aree di pertinenza, come imprese industriali e aziendali. Il risultato da conseguire è doppio: rimpinguare le casse e offrire un’immagine meno invadente dello stesso alla nazione.

Il problema, analizzato così come formulato, non fa una grinza: i conti tornano. Per dare luogo a tutto ciò è stata predisposta la Legge n. 35 del 29 gennaio 1992, che dà il via libera alla privatizzazione delle imprese di Stato e dei beni patrimoniali. Quest’ultima categoria comprende aree di interesse ambientale e urbanistico. La lista dei beni cedibili, oggi ferma a 4.500 ma forse già estesa a 6.000, fornisce un’idea del significato di cosa lo stato voglia vendere in materia di beni ambientali: arenili in Friuli Venezia Giulia (Porto Buso), Veneto, Romagna (Cervia), Campania, Calabria; caserme, depositi militari (le “polveriere”), carceri, convitti; la tenuta «presidenziale» di San Rossore, per la quale esiste lo studio di valorizzazione ambientale Pier Luigi Cervellati e Giovanni Maffei Cardellini (Il parco di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli: la storia e il progetto, Marsilio Editore, Venezia 1988); l’area umida della Diaccia-Sotronga nei dintorni di Grosseto; e presso Cortina nelle Dolomiti le montagne delle Tofàne («15 chilometri quadrati di terreno di natura rocciosa utilizzata a scopo sciatorio ed escursionistico per arrivare ai rifugi, alle vie ferrate e alle scalate di diversa difficoltà») e del Cristallo («terreno di alta montagna con soprasuolo di roccia sterile, compreso tra i 3221 e i 2100 metri s.l.m.»). Abbiamo citato solo alcuni esempi: lo studio approfondito dell’elenco preparato su commissione del Ministero delle Finanze potrebbe rivelare la presenza di aree archeologiche o a rischio archeologico. […]