La Preistoria nello schermo Archeologia e cinema

Archeologia Viva n. 43 – gennaio/febbraio 1994
pp. 80-82

di Piero Pruneti

Grande successo della IV Rassegna del cinema archeologico di Rovereto dove vincono l’Uomo del Similaun e una grande scoperta subacquea

È un luminoso giorno del settembre 1985 quando Henri Cosquer, subacqueo di Marsiglia, si immerge lungo la parete di una delle bianche falesie che caratterizzano la costa francese presso Cassis, all’estuario del Rodano. L’immersione, spettacolare come altre centinaia che Cosquer ha effettuato in quel tratto di mare, non sembra riservare particolari sorprese, quando, alla profondità di 36 metri, nel punto in cui la falesia incontra il fondale sabbioso, il subacqueo si imbatte in un cunicolo. Anche questo sembra una delle molte aperture della roccia calcarea, ma Cosquer decide ugualmente di esplorarlo. Quello che aveva l’aspetto di un incavo della parete si rivela invece una stretta galleria naturale che non finisce più. Finché, quasi dopo 200 metri, percorsi – con l’incoscienza che in certe occasioni si impossessa anche dei professionisti – da solo, con l’aiuto di una semplice torcia elettrica, Cosquer emerge in una vasta grotta splendidamente circondata da stalattiti.
L’emozione è al massimo, ma la scoperta più entusiasmante deve ancora avvenire: a un’osservazione più attenta le pareti dell’antro rivelano una gran quantità di graffiti e pitture che le successive indagini scientifiche di Jean Courtin, direttore di ricerca del Cnrs, dateranno a partire da più di 20 mila anni a.C., al Paleolitico superiore, all’epoca dell’uomo di Cromagnon, quando pittori e cacciatori magdaleniani potevano comodamente accedere alla grotta da terra, essendo il livello del mare più basso di circa 120 metri.
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