Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 43 – gennaio/febbraio 1994

di Piero Pruneti

Il cambio di calendario fa sempre pensare, specialmente quando l’età comincia a perdere il verde. Si stenta allora un bilancio, l’ennesimo, della propria vita, ma le conclusioni si deve avere il coraggio e il pudore di tenerle per sé. È doveroso invece accennare – con preoccupazione insieme a qualche motivo di ottimismo – ai fatti dell’ano che se n’è andato, soprattutto per quello che riguarda i beni culturali. Sono stai mesi particolarissimi, direi inediti, come del resto tutto è inedito e sorprendente in questa trasformazione-rivoluzione della Repubblica. Per la prima volta nella storia d’Italia attentati gravissimi hanno colpito i monumenti trascinando drammaticamente questi ultimi nel pieno della guerra fra vecchio e nuovo ordine. Ai saccheggi, ai furti e all’abbandono avevamo ormai fatto il callo, ma le bombe proprio non ce le aspettavamo. Non a caso per l’esplosione agli Uffizi si è voluto credere per molte ore alla bombola di gas, come già era successo per la strage alla stazione di Bologna. Ora come allora questa violenza ci sembrava troppo bestiale e assurda: invece, sempre e comunque bombe.

L’ottimismo viene dalla reazione delle coscienze – che è stata e rimane unanime – sia davanti agli attentati come davanti agli smascheramenti di tangentopoli. Reazione che per fortuna ha trovato dei perni in qualche forza ancora sana dello Stato. Altro elemento inedito è stata la presenza di un ministro, Alberto Ronchey, che ha creduto davvero nei beni culturali conferendo significativi impulsi ad un settore amministrativo rimasto per anni semplice appannaggio di ambizioni politiche di transito. Era dunque una pura illusione sperare che i governi del regime partitocratico facessero qualcosa per il nostro patrimonio, quando, come ha dimostrato tangentopoli, tutti gli interessi erano rivolti altrove. D’altronde chi era così ingenuo da pensare ai beni culturali come a una variabile indipendente del sistema? Ora che il mastodonte si è mosso, speriamo che impari a camminare. Questo dobbiamo pretendere dall’anno appena iniziato.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”