L’ombra del pachiderma Nelle pianure dell'Alto Adriatico

Archeologia Viva n. 9 – gennaio/febbraio 1990
pp. 52-59

di Marco Tonon e Paola Palma

Nella vota dell’uomo paleolitico che abitò le terre fra i fiumi Brenta e Tagliamento giocò un ruolo essenziale la presenza dei grandi mammut

L’immagine di un animale estinto rimasto nell’inconscio dell’uomo tecnologico

Un uomo stringe in pugno una manciata di terra sconosciuta e misteriosa; in ogni granello, secoli, millenni di vita, sono nascosti.

Tutta la storia non scritta dell’umanità si trova nei fogli composti da infiniti gioielli posti l’uno sull’altro nel libro della terra.

Dopo secoli, millenni di silenzio, l’uomo vuole imparare, capire la sua origine, il suo passato, il suo essere animale tra gli animali, natura nella natura.

La storia del Quaternario, l’era geologica durate la quale ha fatto la sua comparsa l’uomo, inizia poco più di due milioni di anni fa.

Durante questa era si sono succedute a catena variazioni concernenti il clima, la flora e la fauna, in base alla sequenza classica delle cinque ere glaciali (Donau, Gunz, Mindel, Riss, Wurm) alternate da periodi caldi e umidi.

Con l’espansione dei ghiacci si ebbe la formazione di una grande calotta, che ricoprì buona parte dell’Europa centrale; nelle vallate alpine il ghiaccio occupò tutti i rilievi, fino ai margini della pianura.

Sotto la spinta della forza di gravità e grazie anche al fenomeno del disgelo, il ghiacciaio scese a una quota inferiore al limite delle nevi persistenti; talvolta fu sufficiente un abbassamento della temperatura  media estiva di sei gradi e un uniforme aumento della piovosità per determinare un abbassamento di 1.200 metri rispetto al limite stesso.

Questo fece sì che l’avanzata di colate di ghiaccio modificasse l’area pedemontana con formazione di colline di depositi (morene) quasi sempre erose dal violento percorso delle acque al momento della fusione dei ghiacciai; la conseguenza fu la formazione di depositi fluvioglaciali.

La valle del Piave è un esempio chiarificatore di questi processi. La sua conformazione fu modificata dal ghiacciaio a tal punto da prendere una caratteristica forma a “U”.

Conseguenza della formazione della calotta bianca fu l’abbassamento del livello medio marino nel continente, e, nella zona che ci interessa, il prosciugamento dell’Adriatico fino ad Ancona.

La grande distesa liberata dal mare, subì in parte un processo di occupazione con piante e animali che si sapevano presenti a quote più elevate. […]