Archeologia Viva n. 10 – marzo/aprile 1990
pp. 68-69
di Luigi Fozzati
I 7500 chilometri di costa italiana sono ricchi di porti antichi storici e moderni minacciati da un decreto-legge in via di approvazione per gli approdi turistici
Il problema dell’impatto dei “grandi lavori”, soprattutto pubblici, sulle aree archeologiche sommerse è un problema moderno solo in parte.
I pochi rinvenimenti scientifici sino ad ora effettuati dimostrano ampiamente il riutilizzo di aree determinate e/o strutture per epoche anche non immediatamente vicine nel tempo.
Il fenomeno trova logica e ovvia spiegazione nella gerarchia morfologica dei siti naturali che si prestano ad ospitare simili e particolari utilizzi da parte dell’uomo.
La vocazione geografica della morfologia costiera italiana ad ospitare porti è ad esempio fonte di ricchezza da un lato, limite dall’altro incontestabile. […]