La città santa dell’altopiano Medioevo in Africa

Archeologia Viva n. 10 – marzo/aprile 1990
pp. 50-57

di Gianfrancesco Luisini

Tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, l’Etiopia fu governata da uno dei più celebri sovrani della sua storia

Lalibala, re e santo, che ha dato il suo nome a una monumentale città-santuario, da lui stesso ideata e realizzata, costruita da undici chiese interamente scavate nella roccia

I viaggiatori e gli studiosi europei che, negli ultimi quattro secoli, a più riprese hanno visitato questa terra non hanno risparmiato accenti di ammirazione nel descrivere lo straordinario complesso di chiese ipogee e monolitiche che fanno di Lalibala la capitale artistica dell’Etiopia cristiana.

Il primo europeo a dare notizia di Lalibala fu un missionario portoghese, il francescano Francisco Alvarez, che dei suoi viaggi per l’Etiopia, negli anni 1521-1522, fornì ampia relazione nell’opera Verdadera Informação das terras do Preste João, pubblicata nel 1540.

Scrive l’Alvarez a proposito delle chiese di Lalibala: «Mi è gravoso lo scrivere di tutte queste cose, perché mi sembra che scrivendone di più non sarò creduto, e perché anche per quello che ne ho già scritto potranno accusarmi di menzogna, mentre giuro nel nome di Dio, nel cui potere io mi trovo, che tutto quello che ho scritto è vero, e che vi sono molte cose che ho omesso di riferire, appunto per non essere tracciato di esagerazione». […]