Operazione Atria Polesine archeologico

Archeologia Viva n. 10 – marzo/aprile 1990
pp. 28-33

di Franco Bisi, Raffaele Peretto, Alessandra Toniolo ed Enrico Zerbinati

Ad Adria si cominciò a scavare molto presto ma solo in anni recenti ci si è resi conto che tutto il territorio pullulava di siti antichi

Tanto da dover ricorrere al computer…

«…Dalle mie modeste relazioni possono gli archeologi inferire con sicurezza… quali diversi popoli abitassero l’antica Adria…, quale fosse l’educazione civile, religiosa e artistica di ciascuno e con quali popoli avessero rapporti per ragioni di commercio o di affinità».

Così il Conton concludeva una sua pubblicazione sugli scavi condotti nel 1904-1905 in località Retratto, ad Adria, dando testimonianza ancora una volta dell’appassionato interesse che le «antichità», custodite nel sottosuolo della città, suscitavano.

Già nei secoli XVII e XVIII si era manifestato un certo «interesse scientifico» per i ritrovamenti casuali che avvenivano nell’antica città, ma fu solo nel ‘700 che le famiglie Silvestri a Rovigo e Bocchi ad Adria presero l’iniziativa di costituire delle raccolte archeologiche, al fine di evitare la dispersione del materiale che i andava ritrovando in Adria e nel Polesine.

Sono questi gli illustri precedenti di un’attività di studio che vede sempre più il Polesine al centro dell’interesse archeologico. […]