Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 10 – marzo/aprile 1990

di Piero Pruneti

L’Egitto torna sulle pagine di Archeologia Viva. Un’occasione da non perdere: la mongolfiera era pronta a salpare con qualcuno di noi per un’esperienza assolutamente nuova sulle rive del Nilo.

L’impresa è toccata ancora una volta ad Alberto Siliotti – il più adatto fra i nostri collaboratori per questo genere di cose – che senza battere ciglio si è imbarcato con il primo aereo per Luxor incontro al suo destino “Lassù sul cielo di Tebe”.

Ne è uscito un reportage con lo spirito dei primi viaggiatori in terra d’Egitto, almeno per quell’emozionante senso della scoperta che ha accompagnato ogni momento della spedizione.

Quanto alle immagini, credo che davvero riescano a farci immedesimare, come alcune importanti divinità di quei luoghi, nei falchi e avvoltoi che dall’alto delle medesime rupi spaziavano sulle valli delle necropoli reali. Retorica? Un po’. La materia si presta. Spero che l’articolo proposto non tradisca le aspettative.

Tornando invece sotto il cielo di casa ci ritroviamo in quella regione che è il Polesine, dove nello spazio di pochi chilometri arrivano al mare il Po e l’Adige, ovvero quasi tutte le acque del centro-nord, determinando da sempre un vero rompicapo idrografico.

Terra affascinante proprio per questo divenire continuo e per le conseguenti capacità di adeguarsi alle sue metamorfosi che il Polesine ha richiesto a chi ha voluto abitarvi.

Anche l’archeologia non è facile qui e più che altrove richiede una capillare acquisizione di dati ambientali e culturali per consentire una ricostruzione attendibile dei non molti millenni di storia polena.

In questa ricerca – già approdata al “Progetto Atria” – sta dando ottima prova il Museo per le Civiltà in Polesine di Rovigo.

Sotto la guida e l’entusiasmo del suo giovane direttore, il Museo di Rovigo ha saputo darsi un ruolo di proposta e coordinamento dove gioca in modo decisivo la capacità di valorizzare semplicemente tutte le forze disponibili, istituzionali e individuali che siano.
I frutti si vedono e Archeologia Viva li propone ai suoi Lettori con un primo articolo.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”