Archeologia Viva n. 11 – maggio/giugno 1990
pp. 52-57
di Raffaele Carlo de Marinis
Nel Mantovano lo scavo di alcuni siti dell’età del Bronzo sta fornendo uno straordinario contributo di conoscenze sulla tarda preistoria italiana
Negli ultimi dieci anni le conoscenze sulla preistoria e protostoria dell’Italia settentrionale si sono considerevolmente ampliate.
Ciò si deve, oltre che a un adeguamento della ricerca italiana al livello europeo, anche al potenziamento delle Soprintendenze Archeologiche, in cui sul finire degli anni 70 sono stati finalmente immessi ispettori con specializzazione in preistoria, consentendo un controllo del territorio e una salvaguardia dei beni archeologici di gran lunga più efficaci che nel passato.
Valga per tutti l’esempio del lavoro capillare, accompagnato da un’intensa attività di scavo e di edizione dei materiali, di Luciano Salzani per la provincia di Verona.
Ma accanto a ciò non bisogna dimenticare o sottovalutare gli sforzi compiuti dai Gruppi Archeologici locali, che spesso hanno raggiunto un livello qualificato nella cosiddetta archeologia di superficie. […]