Petra crociata Ricerche in Giordania

Archeologia Viva n. 11 – maggio/giugno 1990
pp. 34-49

di Guido Vannini, Roberto Franchi e Luigi Marino

L’antica città nabatea rinnovò nel medioevo il proprio ruolo di terra di frontiera quando i crociati ne fecero il fulcro di un formidabile ed effimero sistema fortificato

Una rapida vicenda storica su cui sta facendo luce la missione archeologica italiana

Quando nel 106 d.C., morto l’ultimo re Rabbel II, Traiano include definitivamente Petra e la Nabatea nella provincia di Arabia, con Bosra capitale, un’ultima fase di splendore si aprì per quello che fu il centro di un vero impero commerciale al limitare di mondi e culture diverse; un impero che, costituito fra Siria e Mar Rosso da un popolo, i Nabatei, di origine nomade, rappresentò per secoli – almeno dal IV a.C. – la prima presenza dominante araba in prossimità del Mediterraneo, mille anni prima dell’avvento dell’islamismo.

L’antica città subisce così profonde influenze ellenistiche, chiaramente riscontrabili nelle celebri architetture e sculture ricavate nelle pareti della stretta e chiusa valle, e viene sottoposta a un radicale piano di riorganizzazione urbanistica di impianto romano.

Ma dopo un lungo periodo di floridezza, dovuto anche alla contiguità con i ricchi mercati dell’Asia Minore, le sue tradizionali attività mercantili declinano lentamente. […]