Longobardi: i guerrieri venuti dall’est Magistra barbaritas

Archeologia Viva n. 12 – luglio/agosto 1990
pp. 46-57

di Michela Torcellan

Per due secoli i Longobardi governarono gran parte della Penisola lasciando notevoli testimonianze di civiltà e cultura ma soprattutto tenendo a battesimo l’Italia medievale

«I Longobardi pertanto abbandonata la Penisola con le mogli e con i figli e con ogni masserizia calarono in Italia. Avevano abitato la Pannonia per quarantadue anni; ne uscirono in aprile, due giorni dopo la Pasqua che in quell’anno cadde il primo d’aprile, ed erano già trascorsi cinquecentosessantotto anni dall’incarnazione di Nostro signore.

Arrivato con tutto il suo esercito, e con una moltitudine di uomini e di donne, ai confini dell’Italia, Alboino scalò un monte di quei luoghi e da lì, per quanto l’occhio glielo permetteva, contemplò la regione circostante».

Nel racconto di Paolo Diacono, lo storico longobardo nativo di Cividale e monaco a Montecassino, che scriveva verso il 780, l’ingresso dei Longobardi in Italia sarebbe avvenuto in questo modo.

La sua Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi) rimane la principale fonte storico-letteraria per chi voglia avvicinarsi a questo popolo germanico, che per due secoli dominò l’Italia.

I Longobardi provenivano dalla Pannonia, odierna Ungheria, che aveva costituito per loro, come per tanti popoli, una specie di “trampolino di lancio” verso l’Italia.

Ma la loro preistoria si spinge più lontano: alle foci dell’Elba (I sec. d.C.), alla zona transdanubiana (IV-V sec.) – da dove erano scesi verso sud, entrando in contatto con altri popoli dell’inquieto mondo barbarico – alla Pannonia Iª alla Savia, dove si trovavano nel VI secolo con l’approvazione dell’Imperatore d’Oriente. […]