Comacchio: anatomia di un naufragio La nave di Valle Ponti

Archeologia Viva n. 12 – luglio/agosto 1990
pp. 10-23

di Ottorino Bacilieri e Antonio Guerreschi

Una imbarcazione completa del suo carico è rimasta sigillata per due millenni nel sottosuolo della bonifica di Comacchio

Il valore documentario e l’eccezionale conservazione dei materiali recuperati fanno di questo relitto una delle grandi scoperte archeologiche del secolo

Nell’autunno del 1980, nel corso dei lavori di drenaggio di un canale collettore, detto “Siòn”, della bonifica di Valle Ponti all’immediata periferia nord della cittadina lagunare di Comacchio – altrimenti nota per le importantissime scoperte delle necropoli etrusche di Spina – la benna di una macchina operatrice scaricò sulle sponde non solo fango.

La fortunata presenza sul posto di alcuni membri del Gruppo Archeologico Comacchiese consentì di individuare, tra melma e rifiuti vari, anche del materiale ligneo e ceramico sicuramente databile all’epoca romana.

La segnalazione – da parte di Antonio Felletti, del G.A. Comacchiese, inviata alla direzione del Museo Nazionale Archeologico di Ferrara – consentì, dopo alcuni sopralluoghi, di giungere ad un primo saggio di accertamento nel luglio del 1981, condotto da Fede Berti, direttore dello stesso museo, che ha coordinato le operazioni di recupero della nave sino al termine.

A circa 4 metri di profondità, sotto il livello dell’antica valle Ponti, immerso in sabbie marine e acque salmastre, fu rinvenuto un relitto di nave da carico augustea, di estremo interesse per la qualità e la quantità del carico, nonché per il magnifico stato di conservazione dello scafo e del suo contenuto.
Lo scavo ha presentato alcuni problemi tecnici, legati alla giacitura dello scafo sotto l’alveo di un canale e immerso nella falda freatica.

Fu  dunque necessario costruire un bypass per le acque del canale ed installare un sistema di well-point per abbassare il livello della falda e portare conseguentemente la zona delle operazioni all’asciutto. Lo scavo ha consentito di riportare alla luce il natante che, per la parte conservata, si rivelò lungo 20 metri e largo 5,20, con fondo ampio e piatto. […]