I paesaggi della storia Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 13 – settembre/ottobre 1990
pp. 74-75

di Samuel P. Evans

Il territorio è una banca dati dove si può leggere il modo di pensare e di agire dell’uomo attraverso il tempo

Ecco il ruolo importante delle ricerche in ambito subacqueo

Sin dalla metà dell’Ottocento, con la scoperta delle palafitte, l’archeologia delle acque interne occupa una posizione di assoluto privilegio nella ricerca archeo-ambientale e bio-archeologica. Nota è la stragrande abbondanza dei reperti organici provenienti da strutture subacquee rispetto agli analoghi contesti terrestri.

Meno concreta, tuttavia, è stata la risposta sul piano operativo – salvo eccezioni –, che evidenzia il problema in tutta la sua complessità. Puramente accademica sarebbe anche la ricerca delle molteplici cause che hanno portato al non sviluppo di questo settore, e che la letteratura specifica ha tra l’altro già da tempo evidenziato.

In primo piano spicca la carenza di strutture istituzionali e operative, che si traduce in un’assenza ingiustificata di quell’importante punto di riferimento che fattivamente costituisce un sostegno  di prim’ordine per le Soprintendenze le quali, istituzioni preposte alla tutela e salvaguardia anche dei reperti in acque interne, si trovano in prima fila ad affrontare problemi di questa natura.

I risultati fino ad oggi evidenziano un’azione individuale, dove l’intraprendenza e la motivazione del singolo si muovono in un panorama sovente privo di alternative procedurali o metodologiche.

Ma la sensibilità ecologica degli anni Ottanta ha aperto nuovi scopi e orizzonti, attribuendo responsabilità che anche l’archeologia deve condividere. […]