Piramide di Caio Cestio: la Cenerentola dei monumenti Roma sconosciuta

Archeologia Viva n. 13 – settembre/ottobre 1990
pp. 10-15

di Judith Lange e Laura Vendittelli

Ben nota a tutti i romani che ogni giorno le passano vicino la piramide di Caio Cestio rimane la bella misteriosa della capitale

Più che un monumento, la piramide di Caio Cestio, a Roma, è vista come luogo di appuntamenti: per prendere la metropolitana che porta al Lido di Ostia, per salire sul treno diretto  Fiumicino, per aspettare uno degli ultimi tram romani o uno dei tanti autobus che collegano la periferia.

La Piramide del tribuno Caio Cestio è diventata spartitraffico e pietra di confine tra i quartieri popolari Testaccio-Ostiense e quelli altolocati-borghesi Aventino-San Saba.

Nel passato era uno dei monumenti più raffigurati sulle stampe di Roma Antica. Il Piranesi incise la Piramide più volte: imponente, dalla mole scura e sporca, addossata alla Porta San Paolo, con la base ancora interrata tra cumuli di pietre e rovi.

Più tenero è lo schizzo a matita che ne fece Goethe che ritrae la Piramide dal lato rivolto al Cimitero Acattolico (o degli Stranieri, dove riposano Shelley e Keats), disegnando con molta più cura l’erba rampicante che non la Piramide stessa.

Un monumento celeberrimo, dunque, ma poco conosciuto e ancor meno visitato perché, per accedervi, bisogna munirsi di un permesso speciale della Soprintendenza.

Quando, nell’aprile del 1989, si aprirono in via sperimentale i cancelli della Piramide, ci fu un’affluenza di pubblico sorprendente: una lunga fila di centinaia di persone volle penetrare nel mistero della Piramide, rompendo quel rapporto un po’ glaciale e distaccato che Roma aveva con quel monumento.

La Soprintendenza Archeologica, forte anche dell’appoggio dell’opinione pubblica, intende ora accelerare i tempi per il progetto di restauro e di recupero dell’intera area.

“Archeologia Viva” ha potuto entrare nel ventre della Piramide: vi si accede attraverso una minuscola porta e un buio cunicolo che sbocca nella cella interamente affrescata.

Al lume della torcia si riconoscono negli angoli della volta quattro vittorie alate e sulle pareti quattro figure femminili, due sedute e due in piedi tra i riquadri dei candelabri. […]