Sul relitto di Umm Lajj La rotta delle spezie

arabia scoperte archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 179 – settembre/ottobre 2016
pp. 58-66

di Chiara Zazzaro, Romolo Loreto e Chiara Visconti

Nel mar Rosso lungo la costa dell’Arabia Saudita un’équipe di ricercatori italiani sta recuperando i resti di un grosso mercantile naufragato nel Settecento con un carico di merci orientali

Le informazioni che ne derivano sono preziose nel quadro delle antiche rotte commerciali fra Oriente e Mediterraneo

Il mar Rosso è stato sempre un corridoio di scambi tra Oriente e Occidente: ossidiana, avorio, carapaci di tartaruga, i rinomati profumi e il prezioso incenso erano alcuni tra i primi prodotti commercializzati nell’antichità, ai quali si aggiunse, in età moderna, il caffè dall’Etiopia e dallo Yemen.

I primi circuiti di interscambio risalgono all’Antico Regno (III millennio a.C.) e interessavano Egitto, Nubia, il Corno d’Africa e l’Arabia.

Le rotte marittime affiancavano quelle carovaniere della stessa penisola araba, queste ultime particolarmente vivaci durante il Regno di Saba, nell’VIII sec. a.C.

In seguito, la comprensione del regime stagionale dei venti monsonici consentì alle navi della prima età romana imperiale di raggiungere l’India occidentale con una certa rapidità e portò alla nascita di un sistema regolamentato di scambi che durerà, con alcune interruzioni, fino a tutta l’età moderna.

Nuovi prodotti arricchirono i commerci, come le spezie, in particolare il pepe, le pietre preziose, i tessuti, tra cui la pregiata seta cinese e, infine, la porcellana.

Mercanti indiani e persiani, la cui presenza nei porti del mar Rosso è attestata già in epoca romana, si dimostrarono abili navigatori al pari di quelli arabi, africani e mediterranei.

Pertanto, il mar Rosso si può considerare una fucina di tecniche di navigazione e di tradizioni cantieristiche dove si incontravano conoscenze sia di ambito mediterraneo che orientale.

A partire dal XV secolo, con l’arrivo dei portoghesi e, successivamente di olandesi, francesi, inglesi e italiani, il mar Rosso si confermerà come il cuore pulsante delle prime dinamiche commerciali e culturali di globalizzazione. […]