Tiati -Teanum Apulum: una città di frontiera L'Italia preromana

voce storia archeologia 179 Daniele Vitali

Archeologia Viva n. 179 – settembre/ottobre 2016
pp. 46-57

di Andrea Celestino Montanaro, Giovanna Pacilio, Rosa Maria Capozzi, Mariavirginia Campanale, Giovanna Spinelli e Raffaella Corvino

Gli scavi condotti in Puglia nel sito di questo antico centro della Daunia hanno restituito l’immagine di una comunità capace di operare profondi cambiamenti al suo interno

grazie agli scambi economici e culturali a vasto raggio incentivati dalle vie della transumanza che videro coinvolti gli Etruschi della Campania e le popolazioni sannitiche

Tra il Bronzo finale e la prima età del Ferro, ovvero fra la fine dell’XI e il IX sec. a.C., Tiati, uno dei più importanti insediamenti dell’antica Daunia (attuale provincia di Foggia), sorse sul versante meridionale del corso del Fortore a pochi chilometri dalla sua foce nell’Adriatico.

Il sito archeologico ricade oggi nel comune di San Paolo di Civitate. Da Tiati la vista spaziava sulla valle e sulla costa adriatica fino alle isole Tremiti e si controllavano gli accessi della regione da nord e da ovest, nonché la pianura orientale fino al Gargano.

L’abitato si estendeva in forma sparsa sulle colline con nuclei di capanne e aree adibite alle attività agricole e di allevamento.

Grazie alla sua posizione di confine, l’insediamento daunio divenne subito un importante snodo delle vie di transumanza e dei flussi commerciali nord-sud ed est-ovest, stabilendo contatti culturali e politici con gli Etruschi di Capua e, in seguito, con i Sanniti.

La collocazione geografica determinò, dunque, i tratti distintivi di una comunità di “frontiera”, aspetti che trovarono il loro compimento nella trasformazione del rituale funerario e religioso e nell’adozione della lingua osca. […]