Il leggendario Stato di Chu Archeologia orientale

chu impero asia

Archeologia Viva n. 179 – settembre/ottobre 2016
pp. 32-40

di Adriano Màdaro

Una delle più importanti scoperte archeologiche avvenute in Cina negli ultimi decenni riguarda questo regno la cui storia è stata fondamentale nella formazione della plurimillenaria civiltà del grande Paese asiatico

Una mostra a Este e ad Adria ci parla per la prima volta del mitico Stato di Chu

La Cina è uno straordinario “campo archeologico”. Nessun altro paese può vantare un patrimonio storico e artistico sotterraneo delle sue proporzioni.

Si calcola che soltanto il cinque o sei per cento di ciò che ancora serba il suo sottosuolo sia venuto alla luce. Le scoperte più clamorose sono avvenute tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

Finora è rimasta ineguagliata quella che è stata definita giustamente come “ottava meraviglia del mondo”: la fossa dei guerrieri e dei cavalli di terracotta alla periferia di Xian, risalente al III sec. a.C. Una scoperta casuale, a seguito dello scavo di un pozzo in mezzo alle campagne di Lintong.

Molte altre scoperte, sempre in gran parte casuali, sono avvenute nelle regioni centrali, considerate “culla della civiltà cinese”. Tra queste, le gigantesche tombe del mitico Stato di Chu, nella provincia del Hubei.

L’eccezionale abbondanza di siti deriva soprattutto da quello che fu il culto degli antenati. La Cina, sede di una grande civiltà che si può far risalire fino al II millennio prima della nostra èra, a differenza di tutte le altre non ha generato alcuna religione.

Con il culto degli antenati, frutto della pietà filiale, fu delegato ai discendenti il ruolo di sacerdoti dei riti per allontanare gli spiriti malvagi e assicurare l’eternità della memoria ai defunti, i quali continuavano una serena vita parallela nelle loro sepolture. […]