Sahara: esplorando l’immensità L'uomo e il deserto

sahara egitto

Archeologia Viva n. 179 – settembre/ottobre 2016
pp. 24-31

di Alfredo e Angelo Castiglioni

L’articolo che pubblichiamo è l’ultimo di Alfredo Castiglioni, storico collaboratore di “Archeologia Viva” insieme al fratello Angelo: lo stava preparando quando improvvisamente è venuto a mancare nel febbraio scorso. Queste pagine sono dedicate alla sua memoria.
Piero Pruneti

Nel secolo scorso i primi automezzi hanno fatto il loro ingresso nel più grande deserto del mondo cambiando radicalmente le possibilità di approccio da parte delle équipe di ricerca

Ecco una breve storia di questa trasformazione raccontata da due protagonisti

Tra le prime spedizioni con veicoli a motore che consentirono di approfondire le conoscenze sul Sahara, il deserto caldo più vasto del pianeta (circa 9 milioni di kmq), rimane memorabile quella della casa automobilistica francese Berliet (fondata nel 1901 da Marius Berliet e assorbita dalla Renault nel 1978 – ndr), sia per l’eccezionalità dei risultati ottenuti che per la documentazione fotografica riportata.

Due furono le spedizioni Berliet da Algeri a Gao (in Mali): la prima realizzata nel 1926 con tre autocarri a sei ruote; la seconda del 1932, sempre su autocarri, questa volta al massimo del carico utile, lungo la Tanezrouft, la “pista della sete”, stabilendo una media record di 30 chilometri orari.

Se le spedizioni Berliet sono quelle più note per il rilievo pubblicitario dato a suo tempo dalla stessa casa produttrice dei veicoli, non si deve dimenticare che la prima traversata del Sahara con mezzi meccanici risale al 1920: guidata dal tenente francese Lucien Fenouil si componeva di 23 autocarri FIAT 15-ter, che dopo tre anni di sperimentazione si erano dimostrati i più adatti alle missioni sahariane.

Altre spedizioni seguirono quelle della Berliet, con mezzi sempre più potenti e veloci lanciati sulle grandi piste fra nord e sud della fascia sahariana. […]